E’ stato riportato in vita da Dita Von Teese che ha debuttato a Parigi nello storico Crazy Horse e ora impazza nei teatri, al cinema, nei corsi, nella moda intima. Si tratta del Burlesque ossia di un genere di spettacolo che ora sembra destinato ad avere lo stesso successo che ebbe quando naque, nella seconda metà dell’Ottocento nell’Inghilterra Vittoriana. Da non scambiarsi per un comune spogliarello, questo è spettacolo vero e proprio, si tratta di uno spogliarello pudico abbinato ad uno show dall’aria retrò.
L’abbigliamento intimo è la caratteristica più evidente. Un abbigliamento elaborato, sexy e raffinato, indossato con ironia, un’ironia che nulla toglie alla sensualità, anzi…
Michelle Baldwin così descrive la struttura base del costume utilizzato dalle artiste di burlesque dell’epoca del boom: «un costume esterno, un reggiseno decorato, talvolta un secondo reggiseno sottile, una gonna ornata di pannello fatta di un materiale leggero, spesso sottile, che potesse fluttuare attorno alla ballerina quando lei girava su sé stessa, guanti da sera lunghi e fascinosi e un G-string che spesso era nulla più che un triangolo di tessuto e lustrini che si muovevano con il bump and grind dell’artista»
Ma vediamo da vicino gli elementi base dell’abbigliamento Burlesque:
pasties: si tratta di due cerchi o altre forme di stoffa applicati sui capezzoli mediante del mastice cosmetico
G-String: si tratta del tanga che, generalmente, vestono le artiste sotto lo slip, permettendogli di non rimanere mai del tutto nude.
piume di struzzo: sono usate per i lunghi boa, per gli enormi ventagli e per decorare anche interi vestiti delle artiste
ostrich fan: si tratta di enormi ventagli di circa 1,5 metri di larghezza, formati da lunghissime piume di struzzo.
Il nostro abbigliamento intimo può avere qualche tocco di questo stile per avere quel pizzico di ironia che non guasta mai…
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